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Con più di 2 miliardi di utenti attivi al mondo, WhatsApp è la piattaforma di messaggistica online più diffusa e più utilizzata da tutte le fasce di età. Si stima che ogni giorno dalla piattaforma vengano inviati circa 100 miliardi di messaggi. Per questo motivo WhatsApp è un terreno sempre più ambito da hacker e cybercriminali alla ricerca di dati, profili e soldi degli utenti. In questo articolo parleremo del fenomeno delle truffe sulla nota piattaforma di messaggistica online, spiegando come riconoscerle e come proteggersi.
1. WhatsApp: il successo è una questione di numeri (e parole)
Secondo gli ultimi dati provenienti da Meta, WhastApp è la piattaforma di messaggistica online più diffusa e utilizzata al mondo, con più di 2 miliardi di utenti attivi dal 2014 a oggi.
In Italia conta ben 33 milioni di utenti, seguita da Facebook Messenger con 17,3 milioni di utilizzatori e dalla sua rivale Telegram con 15,5 milioni di utenti.
Da quando è stata acquisita da Facebook, il successo di WhatsApp è andato progressivamente a salire. Dopo l’acquisizione nel 2016, infatti, la base di utenti attivi mensili del servizio di messaggistica è aumentata del 365%. Un successo incredibile, che porta con sé, come ogni cosa, vantaggi e pericoli.
In Italia conta ben 33 milioni di utenti, seguita da Facebook Messenger con 17,3 milioni di utilizzatori e dalla sua rivale Telegram con 15,5 milioni di utenti.
Da quando è stata acquisita da Facebook, il successo di WhatsApp è andato progressivamente a salire. Dopo l’acquisizione nel 2016, infatti, la base di utenti attivi mensili del servizio di messaggistica è aumentata del 365%. Un successo incredibile, che porta con sé, come ogni cosa, vantaggi e pericoli.
Un dato interessante è il numero di messaggi inviati al giorno, ben 100 miliardi, con un aumento del 53,84% dal 2018!
Non stupisce, quindi che un’applicazione così tanto diffusa e utilizzata sia un luogo ambito anche dai cybercriminali, che vedono nel celebre servizio di messaggistica un terreno fertile per truffe e ruberie di ogni genere.
Vediamo nel prossimo capitolo quali sono le tipologie di imbroglio più diffuse sulla nota applicazione. Perché conoscere il proprio nemico, come si suole dire, è il modo migliore per combatterlo.
Non stupisce, quindi che un’applicazione così tanto diffusa e utilizzata sia un luogo ambito anche dai cybercriminali, che vedono nel celebre servizio di messaggistica un terreno fertile per truffe e ruberie di ogni genere.
Vediamo nel prossimo capitolo quali sono le tipologie di imbroglio più diffuse sulla nota applicazione. Perché conoscere il proprio nemico, come si suole dire, è il modo migliore per combatterlo.
2. Truffe su WhatsApp: le tipologie più diffuse
Quali sono quindi le frodi più diffuse su WhatsApp? Nel tempo ne sono circolate moltissime, di varie tipologie, che vanno a moltiplicarsi nei periodi di festa e ricorrenze come Natale o Pasqua.
Data la mole enorme di utenti attivi al giorno e la presenza di differenti fasce di età, i cybercriminali hanno dovuto, negli anni, formulare diverse tipologie di truffe. Nonostante le apparenti differenze, tuttavia, è possibile, almeno a grandi linee, individuare dei “tipi” ricorrenti di truffe.
Ci sono, infatti, degli elementi di continuità che permettono all’utente di riconoscere immediatamente una frode su WhatsApp e smascherarla. Elenchiamo sotto le principali tipologie che, nel tempo, si sono diffuse.
Il messaggio recita “Ciao papà/mamma, mi è caduto il telefono e si è rotto. Questo è il mio nuovo numero. Per favore, puoi mandarmi un WhatsApp?“. Se chi riceve questo testo risponderà al messaggio comincerà a ricevere richieste di denaro per riparare il telefono o per affrontare un’emergenza improvvisa. Dietro la richiesta, ovviamente, non si cela il vero figlio/a ma un malintenzionato che non aspetta altro che mettere le mani sul denaro altrui.
È una finta app di WhatsApp che promette funzionalità extra come la personalizzazione del tema e dell’interfaccia. Tuttavia, l’unica cosa che fa una volta installata, è sparire dal telefono e acquisire accesso a contatti, SMS, galleria di foto e video e a tutti i file del telefono. Si tratta di un virus noto come “infostealer” che ruba informazioni personali dal dispositivo su cui viene eseguito. WhatsApp Pink si diffonde inviando messaggi ai contatti dell’utente con un link per scaricare e installare l’app su altri telefoni, generando una pericolosa catena di Sant’Antonio.
Questa frode prevede la ricezione di un messaggio che sembra provenire da WhatsApp e che chiede all’utente di confermare i propri dati personali, ad esempio nome utente e password. In realtà, si tratta di un tentativo di phishing per ottenere informazioni personali dell’utente e, come spesso accade, rivenderle.
In questo tipo di truffa l’utente riceve un messaggio che sembra provenire da un contatto di fiducia, come un amico o un familiare. Il messaggio potrebbe chiedere all’utente di condividere informazioni personali o di inviare denaro a un conto bancario. In realtà, il mittente del messaggio è un truffatore che si è impossessato dell’account WhatsApp del contatto originale.
In questa truffa l’utente riceve un messaggio che contiene un link che sembra essere legittimo, ma in realtà porta a un sito web fraudolento. Il sito può chiedere all’utente di inserire informazioni personali o di effettuare un pagamento per sbloccare una funzione su WhatsApp.
L’utente riceve un messaggio che comunica la vincita di una grande somma di denaro in una lotteria di WhatsApp. Il messaggio potrebbe chiedere all’utente di fornire informazioni personali o di effettuare un pagamento per ritirare il premio (che non esiste).
In questa frode l’utente riceve un messaggio che sembra provenire da WhatsApp e che afferma che il proprio abbonamento sta per scadere. Il messaggio potrebbe chiedere all’utente di cliccare su un link per rinnovare l’abbonamento o di fornire informazioni personali per confermare l’abbonamento.
L’utente riceve un messaggio contenente una allettante opportunità di lavoro, dalle caratteristiche spesso poco credibili come uno stipendio enorme a fronte di un lavoro poco impegnativo. Il messaggio potrebbe chiedere all’utente di pagare una tassa per l’offerta di lavoro o di fornire informazioni personali per completare il processo di candidatura. Ovviamente non esiste alcun lavoro.
Un contatto presente in rubrica invia un link accompagnato da un messaggio tipo “Ciao, ti ho inviato un codice per sbaglio, potresti rimandarmelo?”. Si tratta di un tentativo di phishing per sottrarre dati e rubare l’identità. Il codice inviato consente ai cybercriminali di impadronirsi dell’account WhatsApp.
Analizzando le tipologie di truffe più comuni delle quali abbiamo parlato sopra, ci accorgiamo di due fattori cardine: il coinvolgimento emotivo e l’urgenza. Questi due fattori, infatti, come vedremo nel prossimo capitolo, sono gli ingredienti che stanno alla base di ogni tentativo di truffa su WhatsApp.
3. Coinvolgimento emotivo e urgenza: i pilastri della truffa
Come abbiamo visto nel capitolo precedente, gli elementi centrali delle truffe più diffuse via WhastApp sono il coinvolgimento emotivo e l’urgenza.
Fare leva sui nostri affetti e sul loro essere in difficoltà ci mette, infatti, in una posizione vulnerabile. Se a questo si somma la fretta, il senso di urgenza, il rischio di cadere nella trappola perfetta risulta quasi inevitabile.
Il pericolo, ovviamente, si moltiplica in presenza di persone con poca familiarità con lo strumento o poco informate sui rischi e sulle trappole del mondo online. Spesso è anche una questione di età.
WhatsApp è infatti una delle poche piattaforme online ad annoverare tra i suoi utenti persone appartenenti alle fasce di età più disparate, con percentuali di uso molto vicine tra loro.
Il 31% degli utenti ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni, il 27% tra i 34 e i 44 anni, il 20% tra i 45 e i 64 anni e l’11% oltre i 65 anni. Gli utenti sono, quindi, spalmati abbastanza uniformemente su tutta la popolazione, andando a comprendere fasce di età a rischio.
Non stupisce, infatti, che un ragazzino o un giovane utente, passando più tempo online tra chat e social, siano più a conoscenza dei rischi connessi all’uso della tecnologia di un utente anziano, che usa la piattaforma in modo limitato, spesso solo per comunicare quotidianamente con figli e parenti.
Come proteggersi, dunque, e cosa fare per scongiurare ogni rischio, per noi stessi e per gli altri? Ne parliamo nel prossimo capitolo.
Fare leva sui nostri affetti e sul loro essere in difficoltà ci mette, infatti, in una posizione vulnerabile. Se a questo si somma la fretta, il senso di urgenza, il rischio di cadere nella trappola perfetta risulta quasi inevitabile.
Il pericolo, ovviamente, si moltiplica in presenza di persone con poca familiarità con lo strumento o poco informate sui rischi e sulle trappole del mondo online. Spesso è anche una questione di età.
WhatsApp è infatti una delle poche piattaforme online ad annoverare tra i suoi utenti persone appartenenti alle fasce di età più disparate, con percentuali di uso molto vicine tra loro.
Il 31% degli utenti ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni, il 27% tra i 34 e i 44 anni, il 20% tra i 45 e i 64 anni e l’11% oltre i 65 anni. Gli utenti sono, quindi, spalmati abbastanza uniformemente su tutta la popolazione, andando a comprendere fasce di età a rischio.
Non stupisce, infatti, che un ragazzino o un giovane utente, passando più tempo online tra chat e social, siano più a conoscenza dei rischi connessi all’uso della tecnologia di un utente anziano, che usa la piattaforma in modo limitato, spesso solo per comunicare quotidianamente con figli e parenti.
Come proteggersi, dunque, e cosa fare per scongiurare ogni rischio, per noi stessi e per gli altri? Ne parliamo nel prossimo capitolo.
4. Truffe su WhatsApp: come proteggere sé stessi e gli altri
Abbiamo visto tipologie ed elementi caratterizzanti le frodi su WhatsApp. Vediamo adesso come difendersi attivamente e quali sono, se ci sono, dei numeri utili da contattare in caso di situazioni di dubbio o pericolo.
Innanzitutto, partiamo con il dire che, in caso di messaggio di richiesta di denaro da parte di un nostro parente o familiare, dovremmo sempre alzare le antenne. Qualora, infatti, si riceva questo tipo di messaggio WhatsApp dovremmo sempre fare una telefonata di conferma alla persona dalla quale si è ricevuto la richiesta, per sincerarsi che sia stata davvero quella persona a chiederci aiuto.
Nel caso si riceva, invece, un messaggio contenente un link cliccabile che fa riferimento a un upgrade di WhatsApp dovremmo ricordarci sempre che la piattaforma è free e non prevede abbonamenti o piani premium, per cui un messaggio del genere è al 100% un tentativo di truffa.
In caso di messaggi che invitano a scaricare premi, coupon e offerte contenenti link, il nostro consiglio è quello, almeno in un primo momento, di diffidare sempre. A meno che non si tratti di app e siti ai quali siamo abbonati. Cosa fare per verificare l’effettiva validità delle offerte? La cosa migliore è quella di verificare sul sito ufficiale. Quasi sempre questo tipo di promozioni presenta una controparte nel sito ufficiale e, altro fattore importante, quasi sempre in questo caso arriva non solo una comunicazione via WhatsApp ma anche una mail.
In generale dovremmo sempre evitare di inserire online i nostri dati con leggerezza, soprattutto dati personali, codici e, men che meno, coordinate e riferimenti bancari e postali.
Cosa fare, quindi, se ci troviamo in presenza di quella che, a tutti gli effetti, ci sembra una truffa? La cosa migliore è quella di cancellare immediatamente il messaggio senza compiere ulteriori azioni. In presenza di link non cliccarli, in presenza di download non farli partire e in caso di richiesta sospetta di dati, non comunicarli. La cosa migliore è cancellare tutto facendo il numero minimo di azioni possibili.
In secondo luogo, è consigliabile avvertire le autorità. Nello specifico, consigliamo di segnalare la sospetta truffa all’ufficio di Polizia Postale più vicino, che potrà consigliarvi la modalità più sicura per non correre rischi e, congiuntamente, condurre i dovuti accertamenti, in modo da tutelare non solo noi stessi, ma anche gli altri.
Innanzitutto, partiamo con il dire che, in caso di messaggio di richiesta di denaro da parte di un nostro parente o familiare, dovremmo sempre alzare le antenne. Qualora, infatti, si riceva questo tipo di messaggio WhatsApp dovremmo sempre fare una telefonata di conferma alla persona dalla quale si è ricevuto la richiesta, per sincerarsi che sia stata davvero quella persona a chiederci aiuto.
Nel caso si riceva, invece, un messaggio contenente un link cliccabile che fa riferimento a un upgrade di WhatsApp dovremmo ricordarci sempre che la piattaforma è free e non prevede abbonamenti o piani premium, per cui un messaggio del genere è al 100% un tentativo di truffa.
In caso di messaggi che invitano a scaricare premi, coupon e offerte contenenti link, il nostro consiglio è quello, almeno in un primo momento, di diffidare sempre. A meno che non si tratti di app e siti ai quali siamo abbonati. Cosa fare per verificare l’effettiva validità delle offerte? La cosa migliore è quella di verificare sul sito ufficiale. Quasi sempre questo tipo di promozioni presenta una controparte nel sito ufficiale e, altro fattore importante, quasi sempre in questo caso arriva non solo una comunicazione via WhatsApp ma anche una mail.
In generale dovremmo sempre evitare di inserire online i nostri dati con leggerezza, soprattutto dati personali, codici e, men che meno, coordinate e riferimenti bancari e postali.
Cosa fare, quindi, se ci troviamo in presenza di quella che, a tutti gli effetti, ci sembra una truffa? La cosa migliore è quella di cancellare immediatamente il messaggio senza compiere ulteriori azioni. In presenza di link non cliccarli, in presenza di download non farli partire e in caso di richiesta sospetta di dati, non comunicarli. La cosa migliore è cancellare tutto facendo il numero minimo di azioni possibili.
In secondo luogo, è consigliabile avvertire le autorità. Nello specifico, consigliamo di segnalare la sospetta truffa all’ufficio di Polizia Postale più vicino, che potrà consigliarvi la modalità più sicura per non correre rischi e, congiuntamente, condurre i dovuti accertamenti, in modo da tutelare non solo noi stessi, ma anche gli altri.